La Quinta Parete

Il gruppo Calamaio del Centro Documentazione Handicap di Bologna, in collaborazione con il Teatro ITC di San Lazzaro, continua a invadere le sale e a esplorare i vocaboli dello spettacolo dal vivo con La Quinta Parete. Il progetto è frutto di un esperimento pilota, avviato nel corso della stagione teatrale 2011-12 in collaborazione con Teatro ITC e l’attuale Teatro Laura Betti. Il teatro di Casalecchio di Reno.  Nell’anno 2012-13 il gruppo ha partecipato anche alla stagione di  Arena del Sole – Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Una redazione mista di spettatori, composta dagli animatori disabili e dagli educatori del gruppo, che si confronta di volta in volta criticamente sui temi e sulle suggestioni offerte dalla visione degli spettacoli, coadiuvati dall’intervento di critici teatrali e dall’incontro con gli artisti stessi. Un modo diverso per parlare a noi e alla città di accessibilità culturale, un’accessibilità che non  vogliamo si riduca al semplice atto di entrata nei luoghi deputati ma che piuttosto sia in grado di offrire a tutti la capacità di lasciare le tracce del proprio passaggio e, attraverso l’incontro con l’arte e il teatro, renderci spettatori e cittadini partecipi del nostro tempo.

Obiettivo del progetto è nello specifico promuovere, attraverso l’immersione diretta nel tessuto culturale, il ruolo del disabile come fruitore critico all’interno dello stesso. Il teatro è in tal senso territorio privilegiato, poiché offre la possibilità di un confronto in presenza insostituibile, capace di far confluire in sé emozioni, relazioni e identità comunitarie che mai si esauriscono nel puro atto spettacolare. Uscire la sera  per vivere un’occasione festiva, l’incontro con un evento che non ha esplicitamente per tema la diversità, può offrire al disabile (come a chiunque altro) lo spunto per una successiva e più ampia riflessione sul reale, capace, attraverso la fantasia e il divertimento, di influire sullo sviluppo umano e intellettuale della persona. A ciò si aggiunge un’altra riflessione, il paradosso di rintracciare la presenza del disabile a teatro più frequentemente sul palco che in platea. Senza falsi buonismi abbiamo cercato e stiamo cercando di capirne le ragioni e di offrire a un pubblico che vuole restare “qualsiasi” gli strumenti per godere appieno anche di questa condizione.

Il Teatro del Novecento è vissuto cercando di bucare e oltrepassare la quarta parete, quello spazio intercorrente cioè, secondo la nota definizione di Stanivslaskij, tra la scena e il pubblico, tra il gioco della finzione e quello della realtà. Se è vero che i recenti percorsi hanno reso possibile considerare la rottura come acquisita, è lecito, tuttavia, segnalare ancora, anche nell’ambito della pratica scenica, l’esistenza di una nuova quinta parete da sfondare: la scatola che rinchiude l’esperienza teatrale ma che non ci fa vedere oltre.